Domenica 29 ottobre 2017
Giornate come queste non sono ricche né di frasi né di foto. Tratti di strada interminabili, dove senti tutti i muscoli soffrire, senza pausa, senza cambi di intensità o cadenza; l’unico segreto è staccare completamente il cervello, annullare tutti i sensi e pedalare. È una parte del viaggio che non mi dà e non mi lascerà niente, perché è soltanto un pedalare su strade di lunga percorrenza, pericolose e monotone.
È cambiata l’ora, ma io parto con il vecchio orario, perché ovviamente farà buio prima. È domenica e sarà una tappa un po’ complicata, sia per il traffico che per la strada che devo fare. Spero tanto che gli albanesi la domenica dormano fino alle 15!
Per assurdo, anche se sto andando verso sud, tutte le mattine é sempre più freddo. Domattina forse mi metterò i gambali.
Nel primo tratto di strada, uscendo da Durrës, si può costeggiare la SH4: c’è una strada parallela, declassata, per 14 chilometri.
Stamattina non riesco a salire sopra i 25 km/h. Il vecchio dolore al femorale destro si fa sentire, ogni tanto mi ricorda che dovrei calare la cadenza, ma non ho con me lo strumento, per cui faccio tutto a occhio.
Intorno alle 13:00 arrivo a Vlore o Valona. Non ho ancora capito perché qui le città hanno tutte due nomi. Stanco, trovo l’albergo dove posare bici e bagagli e vado in cerca di un ristorante – che non trovo – dunque supermercato – spesa – pranzo al sacco in camera: un panino con 10 fette di prosciutto italiano, una birra e un pezzo di cioccolato fondente al 75%. Sono felice come una Pasqua! Ora devo solo cercare di riposare un po’… Domani è un altro giorno e mi aspetta una salita con 1000 metri di dislivello. Speriamo di farcela.
Buona domenica a tutti!