Martedì 24 Ottobre 2017
Sono arrivato a Ragusa, in croato Dubrovnik.
Oggi doveva essere una semplice tappa da 85 km; invece, mai dare le cose per scontato, mai cantare vittoria prima del tempo. Oltre le due frontiere che mi hanno visto passare la Bosnia-Erzegovina e poi rientrare in Croazia, la mia fantastica bicicletta ha deciso di mollare un altro raggino. Anche questa volta sono riuscito a gestire il problema, fortunatamente, ma solo perché si è rotto il raggino di sinistra e non quello dalla parte del cambio . Tutto questo, a livello mentale, riaccende sempre ricordi che ti porti avanti per giorni e ti fanno vivere male l’esperienza… Sembra una bischerata, sembra che stia esagerando, ma l’equilibrio – per chi viaggia in bicicletta – è molto sottile, basta un nulla per destabilizzare la tua serenità.
Quando costruisci un viaggio, lo costruisci in base alle tue attitudini fisiche, psicologiche, ai tuoi gusti; nel gioco inserisci tutto, anche gli imprevisti, ma dover combattere con dei raggi è una cosa assurda! Però fa parte del gioco, anche se non è certo piacevole essere fermati da 5 grammi di acciaio…
Il problema è che non c’è soluzione, e se non c’è soluzione… non c’è il problema! Il raggino, anche se non in tensione, anche se non sollecitato in modo particolare, a un certo punto salta e si rompe. L’unica cosa da fare è mettersi lì tranquilli, respirare piano piano e provare a risolvere il contrattempo.
Il guaio è che non sono ancora al giro di boa, quindi mancano ancora più di 1000 km e, almeno in Croazia, non si trovano né negozi di biciclette, né persone che ti possano dare una mano.
Qual è la soluzione? Non c’è soluzione, c’è solo da pedalare, andando avanti e mettendo chilometro su chilometro dietro le spalle.
L’arrivo a Ragusa/Dubrovnik è stato fantastico: le mura di cinta antiche circondano un paese bellissimo, costruito sul marmo, nel marmo, con il marmo. Ho girato frettolosamente il paese, per vedere più cose possibile, domani deciderò se rimanere ancora una notte qua o allungare verso sud, per avvicinarmi di qualche chilometro ad Atene.